La Storia

L’intreccio affascinante di storia, leggende e mito definisce i contorni dell’inizio degli insediamenti umani nelle campagne ennesi. Si narra, infatti, che i Sicani, uomini laboriosi, fondarono 1300 anni prima della nascita di Cristo le città di Henna, Aidone e Morgantina. Le altre città, oggi facenti parte della provincia, furono fondate dai Siculi sopraggiunti in seguito. Più tardi tutte le comunità, nonostante le strenue resistenze degli abitanti, furono colonizzate dai Greci, dagli Arabi, dai Normanni, dai Lombardi, dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Spagnoli. Un susseguirsi di dominazioni, una mescolanza di popoli, di lingue, di culture e di religioni diverse che diviene nel tempo un patrimonio culturale di grande ricchezza, nonostante la sofferenza degli indigeni. Poche le ribellioni, molte le carestie e le malattie che periodicamente decimarono le popolazioni. Nasce da qui, favorita soprattutto dai Normanni, l’ acclamazione dei diversi Santi protettori locali. Vi fu un pullulare di Santi in nome dei quali si svilupparono atti di vera e propria guerriglia urbana (Vedi G.Verga “La guerra dei Santi”).

La settimana Santa costituisce l’espressione più significativa della religiosità del popolo ennese, formalmente i riti pasquali si rifanno a quelli Spagnoli, ma, in realtà, se ne differenziano per l’impeto e il fervore legato alla cultura popolare del luogo.

Il Mito

I primi uomini giunti in provincia di Enna furono, verosimilmente troiani; qui fondarono villaggi, costruirono strade ed edificarono templi ai loro dei. Lavorando la terra e cacciando, divennero potenti e vollero consacrare la rocca più alta dei “Monti della lana” (gli Erei) a Cerere, dea propiziatrice dei raccolti onorata da tutte le genti di Sicilia. Attorno agli dei nacquero le prime leggende su semidei, su strani esseri metà uomini e metà animali, su ninfe e giganti. La credulità della gente e la fantasia di poeti e scrittori dell’antichità legarono un mito ad anfratti,  scogli, pietre e fonti.

L’entroterra della Sicilia diviene così il luogo del mito e della leggenda e ispira con i suoi misteri grandi pensatori e viaggiatori del passato: Cicerone, Goethe, Stendal e molti altri. Ma i miti per eccellenza sono “Il mito di Cerere” e “Il Ratto di Proserpina”, figlia di Cerere e di Giove, avvenuto a Enna per opera di Plutone, dio degli inferi, che spalancate le acque del limitrofo lago di Pergusa rapisce la fanciulla caricandola d’impeto sul cocchio trainato da quattro cavalli neri. Cerere, alla disperata ricerca della figlia, provoca carestie e siccità, cataclismi e improvvise inondazioni, sconvolgendo l’ecosistema. Un compromesso risolve il problema: Giove, interpellato dalla dea, stabilisce che Proserpina vivrà sei mesi con la madre sulla terra e sei mesi con il marito, negli inferi. Dal mito la nascita delle stagioni.